Riforma protestante: rinnovamento religioso, istanze autonomistiche e rivolte politiche

Nel 1517 il principe tedesco Alberto di Hohenzollern aspira a ottenere la carica di arcivescovo di Magonza pur essendo già titolare di altri due benefici ecclesiastici con cui la carica di arcivescovo è incompatibile; per fargli ottenere la dispensa papale, la banca Fugger versa ventiquattromila ducati alla camera apostolica. Così, Papa Leone X concede al principe tedesco di riscuotere il denaro attraverso una vendita straordinaria di indulgenze, denaro che desidera impiegare per la ristrutturazione della Basilica di San Pietro. Indignato, il teologo Martin Lutero redige le 95 tesi per esprimere la condanna del commercio delle indulgenze, delineando gli aspetti dottrinali essenziali del movimento che provocherà la più imponente frattura del mondo cattolico: la Riforma protestante.

Nasce la Riforma protestante

La cultura dell’umanesimo non indebolisce l’afflato religioso che pervade le società cinquecentesche. Piuttosto, si diffonde tra i fedeli l’esigenza di assistere al rinnovamento morale delle istituzioni ecclesiastiche, sempre più macchiate di scandali e tacciate di preoccuparsi solo di soldi e potere.

Venuta meno la cieca fiducia nel papato e nelle autorità della Chiesa, anche sulla scia della lezione degli umanisti cristiani (tra i più celebri, Erasmo da Rotterdam) si affermano movimenti di riforma che si prefiggono di recuperare l’autenticità del messaggio cristiano (devotio moderna).

Nel 1517 Alberto di Hohenzollern, principe tedesco, aspira a ottenere la carica di arcivescovo di Magonza pur essendo già titolare di altri due benefici ecclesiastici (con cui la carica di arcivescovo è incompatibile secondo il diritto canonico); per fargli ottenere la dispensa papale, la banca Fugger versa ventiquattromila ducati alla camera apostolica, l’ente che cura gli interessi patrimoniali della chiesa di Roma.

Papa Leone X (Giovanni de Medici, figlio di Lorenzo de Medici) ha avviato le opere di ristrutturazione della Basilica di San Pietro, e necessita di fondi per completarla; perciò concede a Alberto di Hohenzollern di riscuotere il denaro attraverso una vendita straordinaria di indulgenze nei territori tedeschi, che consenta la remissione dei propri peccati e di quelli dei congiunti; l’operazione viene condotta dal domenicano Johann Tetzel.

Il teologo Martin Lutero (monaco, professore dell’Università di Wittemberg e appassionato studioso di Sant’Agostino) redige le 95 tesi (1517) per esprimere la condanna del commercio delle indulgenze; vengono delineati gli aspetti dottrinali essenziali della Riforma protestante, ovvero:

  • giustificazione per sola fede, è la fede che conduce alla salvezza in virtù della grazia divina, le opere sono soltanto testimonianza della propria moralità; non si può parlare di libero arbitrio ma di servo arbitrio, ovvero l’agire umano è vincolato all’onnipotenza di Dio;

  • centralità delle sacre scritture, le Sacre Scritture e non il papa o il clero sono l’unica autorità religiosa e l’unica fonte di salvezza; questo approccio favorirà l’alfabetizzazione tra i protestanti;

  • sacerdozio universale dei credenti, la Chiesa come istituzione gerarchica piramidale non ha alcun senso, ogni credente è in rapporto diretto con Dio;

  • battesimo ed eucarestia sono gli unici sacramenti presenti nelle Sacre Scritture e quindi validi; è riconosciuta la consustanziazione (presenza del corpo e del sangue di Cristo nel pane e nel vino).

Il papa risponde condannando le tesi luterane mediante la bolla papale Exsurge Domine (1520) e con la scomunica di Lutero (1521); lo stesso anno, l’imperatore Carlo V convoca la Dieta di Worms e in quell’occasione viene proibita la divulgazione della dottrina riformata e Lutero viene bandito dai territori dell’impero (chiunque può ucciderlo impunemente).

I principi tedeschi offrono protezione a Lutero, che si rifugia presso il castello di Wartburg ospite di Federico III di Sassonia detto il Saggio, dove si dedica alla traduzione della Bibbia in tedesco.

Fervore religioso e disordini politici

Come si spiega la fortuna della Riforma di Lutero rispetto ai tanti movimenti riformisti medievali stroncati rapidamente in quanto eretici?

Favorito anche dalla sottovalutazione della Chiesa cattolica, il luteranesimo si struttura solidamente sul sostegno dei principi tedeschi, che nel movimento vedono uno strumento per sganciarsi politicamente dall’imperatore e conquistare potere. L’impero universale e centralizzato sognato da Carlo V non può sussistere senza l’unità dei cattolici, e nella Riforma, nella frattura del mondo religioso, i principi tedeschi intercettano un’importante fonte di debolezza del dominio imperiale. La destabilizzazione religiosa dovuta al protestantesimo sottrae stabilità al potere centrale rafforzando i principi locali, che principalmente per questo sostengono (finanziariamente e militarmente, oltre che spiritualmente) la Riforma. Questo spiega l’adesione al luteranesimo di interi principati (Sassonia e Brandeburgo) e di quasi tutte le città imperiali libere.

Sin dai primi anni la dottrina protestante ispira anche insurrezioni di vario genere, non approvate e fermamente osteggiate da Lutero e dai principi tedeschi. Lutero condanna espressamente questo genere di disordini e sostiene le ragioni della repressione violenta: la sua dottrina non vuole motivare alla ribellione sociale e politica.

Tra il 1521 e il 1523 si assiste alla ribellione dei cavalieri, dal momento che hanno perso il prestigio sociale di cui godevano nel medioevo e non hanno beneficiato della distribuzione di terre confiscate alla Chiesa sulla scia dei tumulti protestanti, per lo più assegnate a principi e borghesi. La rivolta è guidata da Sickingen, interessato ai territori dell’arcivescovato di Treviri; viene sedata rapidamente da una coalizione di principi laici ed ecclesiastici e la morte dello stesso Sickingen determina la dissoluzione del cavalierato come gruppo sociale tedesco influente.

La rivolta di Sickingen ispira la guerra dei contadini (1524-1525). Motivati dal predicatore Thomas Muntzer, diverse centinaia di migliaia di poveri contadini insorgono speranzosi di affermare i principi di uguaglianza e fratellanza; i rivoltosi vengono massacrati da un esercito di principi cattolici e luterani a Frankenhausen nel 1525.

Nella cittadina di Münster si afferma il movimento degli anabattisti, frangia riformista radicale che rifiuta il battesimo infantile. Nel 1534 gli anabattisti avviano la rivolta e prendono possesso dell’intera città. Instaurano una pseudo repubblica che rifiuta radicalmente ogni autorità e sostiene il principio di egualitarismo e stravolgono il sistema sociale, accettando la poligamia. L’esperimento è disprezzato anche dalla società e si conclude nel giro di diciotto mesi con l’assedio della città a opera di una coalizione di principi; quasi tutti gli esponenti del movimento vengono massacrati.